Quanti modi ci sono per conoscere un territorio? Uno dei più affascinanti è scoprendone i vini
“Il vino è il canto della terra verso il cielo”. E’ una frase di Luigi Veronelli davvero bellissima, perché rende perfettamente il legame che c’è tra un territorio ed il suo vino.
Il vino è una delle poche produzioni che non può essere de-localizzata, perché se impianti uno stesso vitigno in due posti diversi, il risultato risulta essere totalmente differente.
Tra le variabili principali ci sono il clima, la temperatura, la quantità di piogge, il tipo di venti, l’esposizione, tutti aspetti che influiscono sui sentori finali del vino, sul suo gusto, sul profumo, anche sulla gradazione.
Da un lato c’è la Natura dunque, e dall’altro la mano dell’uomo e le sue scelte. Ed anche qui il panorama che si apre è ampissimo: decidere come effettuare un taglio è una delle scelte più difficili, così come scegliere i vitigni da impiantare.
Nulla è casuale nel mondo del vino. E tutto è espressione del territorio in cui un vino nasce, oltre che della filosofia del produttore.
Una zona che negli ultimi anni ha avuto un discreto successo in campo vitivinicolo è quella dei Colli Piacentini. Si tratta di un territorio idealmente compreso all’interno della Provincia di Piacenza e che abbraccia ben quattro valli, ossia la Val Tidone, la Val Trebbia, la Val Nure e la Val d’Arda.
Scoprire quest’area geografica è un’esperienza interessante sia dal punto di vista storico-culturale, sia dal punto di vista enologico. Se ti stai chiedendo quali sono i migliori vini dei colli piacentini, potrai leggere di seguito una breve presentazione, ma ti consigliamo di non perdere anche l’occasione di realizzare una degustazione reale, magari organizzando un weekend in queste zone (l’ideale può essere proprio per la fine del prossimo mese di Maggio, quando ci sarà il consueto appuntamento annuale con Cantine Aperte).
I vini piacentini hanno il carattere dell’Emilia Romagna: sono piacevoli e affascinanti, si fanno ricordare e ti sanno conquistare.
Gutturnio, Malvasia e Ortrugo sono i più conosciuti ed anche i più particolari da degustare e da conoscere.
Le tre gemme dei Colli Piacentini
Il Gutturnio è vino DOC, ottenuto da vitigni Barbera e Croatina. E’ un rosso, fresco e vivace, dalla gradazione alcolica non troppo elevata. Quasi beverino potremmo dire.
Il suo nome così particolare sembra abbia origini latine e dovrebbe indicare una grande coppa d’argento nella quale i romani erano soliti versare un vino dolce, solitamente a fine pasto, da condividere insieme.
La storia di questa denominazione è molto importante, se si considera che fu la settimana DOC italiana, istituita nel 1967.
Del Gutturnio possiamo degustare diverse varietà:
- Classico
- Classico Riserva
- Classico Superiore
- Frizzante
- Riserva
- Superiore
Volendo esaltare al massimo la versione frizzante, l’abbinamento perfetto è con un altro insieme di prodotti tipici piacentini: un tagliere di salumi DOP e la serata è perfetta!
Le versioni ferme invece, sono ideali per arrosti e bolliti.
La Malvasia è un vitigno che oggi sta vivendo meritata rinascita. Relegato per anni al ruolo di vino da dolce, ricompare da un po’ sulle nostre tavole anche a pasto (qui puoi leggere un approfondimento sul Vino Malvasia).
La prima attenzione da fare, quando si parla di Malvasia abbinata al territorio piacentino, è di specificare Malvasia dei Colli Piacentini: di questo vitigno infatti esistono molte produzioni, che si differenziano anche molto.
Alla vista ha un color giallo paglierino, al profumo si presenta intenso e caratteristico.
Al gusto è molto aromatico, ma anche equilibrato e vivace.
E’ qualcosa che sorprende, quello che non ti aspetti. Quello che devi spesso degustare più di una volta per capire se ti piace davvero oppure no.
Accompagnarla allo gnocco fritto tipico del territorio piacentino, è comunque come calare un asso in tavola: l’abbinamento perfetto!
L’Ortrugo puoi trovarlo in tre tipologie:
- Frizzante
- Fermo
- Spumante
E’ un vino bianco, tendente quasi al verdino, molto delicato, con retrogusto amarognolo inconfondibile.
E’ una tipologia autoctona dei colli piacentini e dunque per questo merita assolutamente di essere degustato qui, dove nasce e di essere accompagnato ad uno dei piatti maggiormente tipici della cucina emiliana: i tortellini al ragù!
Come si diceva prima per la Malvasia, anche l’Ortrugo ha faticato ha trovare il suo posto al solo, dato che solo dalla fine degli anni ’70 viene ritenuto un vitigno di per sé interessante, prima utilizzato solo come uva da taglio.